Il calazio è causato da un’infiammazione (flogosi granulomatosa) di una ghiandola di Meibomio, il cui dotto escretore risulta ostruito.
Tale infiammazione è un processo cronico i cui sintomi sono generalmente lievi, se si esclude la sensazione di peso palpebrale o di fastidio per la presenza di “qualcosa” sull’occhio.
Il calazio si distingue in tre diverse tipologie a seconda della localizzazione:
- calazio esterno, che interessa la cute della palpebra sollevata da un piccolo rilievo tondeggiante;
- calazio interno, che si sviluppa verso la congiuntiva palpebrale e che è visibile rovesciando la palpebra, dove si riscontra una massa di colorito giallastro;
- calazio del margine palpebrale, a carico dello stesso con la forma di una propaggine appuntita.
In alcuni casi più calazi possono comparire contemporaneamente, si tratta in questo caso di calaziosi. Il calazio non va confuso con l’orzaiolo.
Terapia del calazio
Il trattamento a base di pomate antibiotiche non ha mai determinato effetti regressivi, l’unica vera soluzione risulta quindi l’asportazione chirurgica. Si possono portare le lenti a contatto, ma se coesiste una blefarite può risultare molto fastidioso.
Per prevenirlo basta ricorrere alla normale igiene dell’occhio per mantenere puliti i dotti escretori delle ghiandole di Meibomio. Se si è particolarmente predisposti è bene adottare come abitudine pulire mattina e sera accuratamente le ciglia e le palpebre con un cotton-fioc imbevuto di acqua calda.